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Kenia: Rispettare i diritti degli operatori sanitari

In partenariato con il KMPDU ( il sindacato in Kenia dei medici, farmacisti e dentisti) e con la PSI, la federazione sindacale a livello globale composta da piu' di 700 sindacati che rappresentano 30 milioni di lavoratori in 154 paesi.

Gli operatori sanitari sono in sciopero in Kenya dal 15 marzo per il mancato rispetto dell'accordo stipulato nel quadro della contrattazione collettiva del 2017 e della tabella di attuazione che lo accompagna, firmata nel 2021. Il governo keniota si rifiuta di rispettare i precedenti accordi e di contrattare in buona fede. Al contrario, il governo chiede tagli e risponde alle richieste dei lavoratori con intransigenza e violenza. Il governo ha minacciato di licenziare i medici in sciopero, arrestare la leadership del KMPDU, bloccare il pagamento delle quote sindacali e tagliare il numero dei lavoratori del settore pubblico. Il Consiglio dei Governatori, che ha firmato l'attuale contratto collettivo nel 2017, sostiene che i medici guadagnano già abbastanza. Mentre il Ministero della Salute è intenzionato a tagliare gli stipendi dei medici in formazione ( tirocinanti) del 90%. Il programma di tirocinio è necessario per i medici qualificati per ottenere la licenza ad esercitare. Lo sciopero è iniziato solo una settimana dopo che il Segretario Generale del KMPDU, il dottor Davji Bhimji Attellah, è stato colpito alla testa a distanza ravvicinata da un candelotto di gas lacrimogeno durante una protesta sindacale pacifica a Nairobi. Il compagno Davji è stato gravemente ferito e la sua vita è stata salvata solo grazie al rapido intervento dei suoi colleghi operatori sanitari che protestavano al suo fianco. Gli affiliati della PSI hanno scritto lettere alle ambasciate keniote di tutto il mondo per chiedere risposte e invitare il governo ad ascoltare le richieste degli operatori sanitari. Gli operatori sanitari del settore pubblico e privato sono impegnati a continuare lo sciopero e stanno organizzando proteste ogni martedì. Per favore unisciti agli operatori sanitari chiedendo al Governo di rispettare gli accordi stipulati nel quadro della contrattazione collettiva, di contrattare in buona fede e mettere urgentemente fine alle minacce e alla violenza .




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